Il percorso formativo odierno
Nel 2001, il diploma universitario per infermiere è stato trasformato in laurea triennale e viene inoltre prevista la laurea specialistica nelle scienze infermieristiche e ostetriche. Oggi dunque l'esercizio della professione è subordinata al conseguimento della laurea in infermieristica, rilasciato a seguito di un esame finale con valore abilitante alla professione e dall'iscrizione al relativo albo professionale. Tale titolo è valido sull'intero territorio nazionale nel rispetto alla normativa europea in materia di libera circolazione delle professioni[11]. Sono ritenuti validi i titoli acquisiti prima della normativa attuale (infermiere professionale, diploma universitario di infermiere).
Le tappe del percorso formativo
· Laurea in infermieristica (3 anni, 180 CFU, titolo "dottore in infermieristica")
· Master di I livello (60 CFU)
· Laurea magistrale (specialistica) in scienze infermieristiche ed ostetriche (2 anni, 120 CFU, titolo "dottore magistrale in scienze infermieristiche ed ostetriche")
· Master di II livello (60 CFU)
· Dottorato di ricerca (3 anni, titolo "dottore di ricerca infermieristica")
Per accedere alla laurea magistrale non è indispensabile possedere un master di I livello; lo stesso vale per il dottorato di ricerca, che richiede la laurea magistrale ma non il master di II livello.
Attività professionale
L'infermiere svolge la propria attività professionale in aziende ospedaliere sanitarie pubbliche o private, nelle ASL, in ambulatori privati, nei cad, e i servizi sanitari di assistenza domiciliare, in regime di dipendenza o di libera professione; concorrendo direttamente all'aggiornamento professionale, alla ricerca e alla prevenzione. Le aree di operatività a contatto con il paziente/utente seguono processi assistenziali di natura complessa. In fase di diagnosi, l'infermiere è parte attiva nella raccolta dell'anamnesi, nell'accertamento delle condizioni di salute e nello svolgimento di esami ematici o strumentali. Nella fase della cura, la presenza dell'infermiere è diretta alla presa in carico dell'assistito mediante la progettazione del piano di assistenza e la corretta esecuzione delle attività diagnostico-terapeutiche. La presenza di almeno un professionista è costante nelle unità di cure per acuti. La presenza degli infermieri specialisti clinici, esperti in possesso di un master universitario in una delle specialità infermieristiche, consente un'assistenza sanitaria avanzata (Advanced Practice Nursing) erogata attraverso una consulenza infermieristica o grazie alla presenza costante, come nel caso delle terapie intensive. Nella fase di recupero e riabilitazione, all'interno delle proprie realtà lavorative, l'infermiere produce spesso il materiale informativo per la dimissione dell'ammalato e provvede all'educazione nella fase di dimissione. Recentemente si sono sviluppati reparti specializzati definiti post-acuti o di riabilitazione estensiva, dove il percorso di riabilitazione vede l'equipe infermieristica essere il personale di riferimento, mentre il medico interviene in qualità di consulente esterno. Nell'ambito del management sanitario per le funzioni di coordinamento infermieristico, l'infermiere è presente a livello di dipartimento, e/o unità operative oltre alla gestione del personale egli si occupa degli aggiornamenti professionali, del controllo e sorveglianza ambientale. Quello del coordinatore infermieristico (ex caposala) è un ruolo intermedio tra professionisti e dirigenza strategica aziendale, quindi anello indispensabile per il buon funzionamento dell'intero sistema. L'infermiere per l'espletamento delle funzioni si avvale, ove necessario, tramite attribuzione di alcune attività del personale di supporto noto con la qualifica di O.S.S. (acronimo che significa operatore socio sanitario). Questo passaggio è ricordato sia dalle normative di riferimento dell'infermiere sia da quelle relative all'operatore socio sanitario. Ricade comunque sull'infermiere la responsabilità per la corretta gestione dell’assistenza.
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